HBI, a Bolzano il primo modulo industriale Per la valorizzazione dei fanghi di depurazione




HBI (Human Bio Innovation), società che progetta soluzioni industriali innovative per l’implementazione dell’economia circolare, ha installato nel depuratore di Bolzano il suo primo modulo industriale per la valorizzazione dei fanghi di depurazione.

La tecnologia sviluppata e brevettata da HBI è un esempio di economia circolare e sostenibile caratterizzato da due processi innovativi per il trattamento di residui biodegradabili, altrimenti destinati a discarica o incenerimento. Consente, quindi, di trasformare un comune depuratore delle acque in una bioraffineria poligenerativa, generando importanti benefici quali l'estrazione di acqua pulita, produzione di energia rinnovabile, recupero di "chemicals", riduzione degli scarti finali del 90 per cento con un risparmio economico rilevante, sterilizzazione dei materiali residui, con completa eliminazione della carica batterica, virale e dei residui di farmaci e ormoni.

HBI ha, inoltre, sviluppato e brevettato un dispositivo mediante il quale il sistema risulta essere completamente privo di emissioni gassose ed odorigene.

"La tecnologia HBI® - dichiarano Daniele Basso e Renato Pavanetto, fondatori di HBI - è una rivoluzione nel trattamento dei fanghi di depurazione per i quali, tra l’altro, l’Unione Europea ha aperto una serie di procedure di infrazione nei confronti del nostro paese, l’ultima delle quali (la quarta) è del 2017. Ogni cittadino “produce” quasi 20 kg di fanghi all’anno e recuperare il “tesoro” racchiuso in questi fanghi, trasformandoli in risorsa, è un vantaggio strategico a 360 gradi. Il nostro sistema ha anche un’altra importante caratteristica distintiva che è quella di avere dimensioni compatte e quindi può essere aggiunto ad impianti già esistenti sui territori, come la rete dei depuratori comunali, con estrema facilità, permettendo loro di diventare a tutti gli effetti un impianto a rifiuto zero e quindi senza la necessità di realizzare nuove infrastrutture".

"A Bolzano – aggiungono Basso e Pavanetto – dobbiamo molto. Qui grazie alle partnership con Unibz - la Libera Università di Bolzano e il NOI Techpark (il parco scientifico e tecnologico dell'Alto Adige) abbiamo potuto portare avanti le nostre attività di ricerca e sviluppo e di business development. Il reparto Tech Transfer Green di NOI Techpark, in particolare, ci ha supportato durante tutto il percorso di sviluppo, dal monitoraggio delle opportunità per co-finanziare le attività di innovazione al sostegno nella strutturazione e preparazione delle proposte progettuali, fino all’identificazione del luogo e del partner migliore per installare l’impianto pilota. Sperimenteremo la nostra tecnologia nel depuratore di Bolzano, così da ottimizzarne il suo funzionamento e cominciare a raccogliere tutta una serie di dati utili allo scaling-up, per tendere all’end of waste. Infatti, la nostra è una tecnologia abilitante in quanto consente successivi upgrade in totalmente allineati con l’evoluzione del know-how scientifico e tecnico, a differenza delle soluzioni alternative che, una volta installate, non consentono l’adozione di soluzioni più innovative per tutto il loro periodo di vita".