Etichettatura ambientale del packagingUn sospiro di sollievo per il settore ortofrutticolo




E' ancora fresca la notizia che interessa il settore ortofrutticolo, e in particolare le norme relative al packaging. Il 17 maggio la direzione generale per l’economia circolare del Ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato un documento del Ministero della Transizione Ecologica, firmato dalla Direzione Generale Ambiente, al cui interno sono riportati alcuni chiarimenti sulla corretta etichettatura ambientale degli imballaggi contenuta nel decreto legislativo n. 116 del 3 settembre 2020.

Il titolo di tale decreto, “Attuazione della direttiva (UE) 2018/851 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della direttiva (UE) 2018/852 che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio”, sottolinea come le nuove disposizioni impattino fortemente sull’etichettatura degli imballaggi.
 
Lo scopo è favorire un rapido incremento dei coefficienti di raccolta differenziata fissando dei nuovi obiettivi più sfidanti per ciascun materiale entro il 2025 e il 2030. E' importante quindi corredare i singoli imballaggi con specifiche codifiche alfanumeriche, ai sensi della Decisione 97/129/CE, PAP 20, nel caso del cartone, e con opportune informazioni per i consumatori per favorire la corretta differenziazione dei materiali da imballaggio, in tutti i livelli di utilizzo e smaltimento.

 
Il 7 gennaio 2021 nel nostro notiziario settimanale pubblicavamo l’aggiornamento contenuto nel Milleproroghe 2021, che ha confermato l’obbligo di indicare i codici alfanumerici ma ha posticipato al 01/01/2022 sanzioni e entrata in vigore delle informazioni a favore del consumatore per la corretta differenziata”, sottolinea Claudio Dall’Agata, direttore generale di Bestack, il Consorzio nazionale dei produttori di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta.
 
 
Su tali obblighi normativi - continua Dall’Agata - si apre una riflessione strategica. È evidente che il nuovo contesto lega indissolubilmente produttore e fornitore di imballaggio, se non altro per il fatto che è nell’imballaggio stesso che vanno stampati codici e diciture di differenziazione. In questo senso si intende la responsabilità condivisa della presenza delle diciture corrette il cui termine di  obbligatorietà è stato posticipato al 31/12/2021. Dal punto di vista di chi si occupa di innovazione e ricerca sugli imballaggi, come noi, questo significa trovare modalità che semplifichino, risolvano e offrano un servizio all’utilizzatore di imballaggi, per quanto più possibile utile. Infatti, se parliamo di stampa, gli imballaggi a base carta sono certamente da preferirsi per facilità di visualizzazione e modularità di realizzazione e su tale aspetto si gode di un significativo vantaggio competitivo rispetto agli altri materiali.
 
I chiarimenti. In primis, le scorte sono salve. Ovvero tutti gli imballaggi realizzati prima del 31/12/2021. Altro argomento, sono gli imballaggi composti da più materiali e quali di questi devono recare tutte le diciture. Il principio cardine è il trasferimento dell’informazione: se l’imballaggio è di trasporto (es. film per pallettizzazione, pallet, scatole o interfalde in cartone ondulato) - e non si tratta di un’unità di acquisto - si considera ottemperato l’obbligo di identificazione del materiale di composizione dell’imballaggio laddove il produttore inserisca tali informazioni sui documenti di trasporto che accompagnano la merce, o su altri supporti esterni, anche digitali. Se invece parliamo di unità di acquisto (es. busta per prodotti di IV gamma, padella da 3 kg di frutta, bauletto di uva o tutto il prodotto a peso imposto) non vi sono dubbi che il packaging debba contenere le informazioni per tutti i materiali di imballaggio presenti.
 
Sappiamo poi che la filiera ortofrutticola è fatta di tanti casi particolari di confezionamento multi materiale, specie se parliamo di referenze premium, pensiamo ad esempio ai fiocchi, alle spugne per l’uva, fino ai tappetini per fragole e piccoli frutti – conclude il direttore di Bestack -. Compito di chi progetta e realizza confezioni è comunque anticipare la soluzione delle complessità per chi gli imballaggi li utilizza. Ci stiamo attrezzando per risolvere queste complessità, garantendo le massime informazioni, per far sì che queste possano costituire un elemento di valore per la filiera e un elemento di maggiore competitività e di preferenza per il consumatore, anche per quanto riguarda gli imballaggi a base carta, si intende”.

L'argomento è stato oggetto di discussione durante il webinar organizzato da Fruitimprese lo scorso 12 maggio. Al webinar ha preso parte Giulia Picerno di Conai che ha evidenziato le specificità del settore ortofrutticolo e le difficoltà di applicazione di una marcatura a tutti i materiali di imballaggio. In ortofrutta, infatti, ci sono imballaggi (o componenti) con superfici non codificabili perché troppo piccole per poter includere specifiche etichettature, come i bollini della frutta, oppure altri a peso variabile (incarti, film estensibili etc.) o non facilmente stampabili (spugnette, retine, fermagli metallici etc,).