L'Italia che Ricicla 2025, il Rapporto di Assoambiente
Si è tenuta a Roma la presentazione del Rapporto annuale "L'Italia che Ricicla", promosso dalla sezione Unicircular di Assoambiente. In Italia si producono 193,8 mln di tonnellate di rifiuti, di cui 164,5 mln di tonn di rifiuti speciali e 29,3 mln di tonn. di urbani.
I rifiuti speciali derivano da attività di costruzione e demolizione (50,6%), dagli scarti del trattamento rifiuti (23,5%) e dall'attività manifatturiera (16,8%). Tra gli urbani, prevale l'organico (34,7%), seguito da carta e cartone (21,8%), plastica (12,8%) e vetro (8,3%). Le raccolte differenziate hanno raggiunto quota 66,6% (19,5 mln di tonn.).
Il 54% dei rifiuti urbani viene avviato a riciclo, il 20% a recupero energetico e il 16% finisce in discarica. Ancora migliori le performance nei rifiuti speciali per i quali la percentuale di riciclo si attesta al 73,1%
Il Rapporto sottolinea come l'Italia mantenga performance elevate nel riciclo grazie a filiere storiche come carta, vetro e metalli che vantano tassi di riciclo decisamente elevati (oltre il 70%), ma fatichi a trasformare tale vantaggio in una strategia industriale capace di ridurre la dipendenza da materie prime ed energia importate e di contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici UE.
Il report evidenzia come il tessuto industriale del riciclo italiano sia composto in larga parte da micro e piccole imprese e continui complessivamente a soffrire di margini ridotti, volatilità dei prezzi e ostacoli allo sviluppo di mercati nazionali delle materie prime seconde realmente competitivi. Lo studio indica nella osmosi industriale (collaborazioni tra imprese, scambi di sottoprodotti, integrazione delle filiere) una delle leve chiave per rafforzare la produttività e l'efficienza del sistema.
"L'Italia dispone delle competenze e delle tecnologie per assumere un ruolo leader nella transizione circolare, ma deve sciogliere le sue contraddizioni e accelerare verso un modello economico capace di produrre e utilizzare materie prime preziose per la nostra industria, ridurre i consumi, le dipendenze e gli impatti ambientali. La sfida è aperta, e riguarda il futuro industriale e il benessere del Paese, infatti se il sistema regolatorio ed economico-industriale non è in grado di favorire l'uso delle materie prime derivanti dal riciclo dei rifiuti, continueremo ad avere dei risultati di riciclo eccellenti, ma l'Economia Circolare rimarrà solo un'ideologia da sbandierare per convenienza", ha affermato a margine dell'evento Paolo Barberi - Presidente della Sezione UNICIRCULAR di Assombiente.
"Il riciclo non è più solo un tema ambientale, è una leva industriale, competitiva, strategica per la sicurezza delle risorse e per la decarbonizzazione del Paese. Occorre però un cambio di passo: servono regole chiare, uniformi e stabili, una fiscalità che premi davvero chi investe nella circolarità, criteri End of Waste efficaci e una politica di acquisti pubblici in grado di trainare i mercati del riciclato", ha aggiunto Chicco Testa - Presidente di Assombiente.
