Intesa italo-tunisina sulla frazione tessileA Ecomondo firmato protocollo tra le associazioni di categoria




Trasparenza e tracciabilità. Sono i due valori al centro del Protocollo d'Intesa siglato - nel contesto della manifestazione Ecomondo a Rimini - dall'associazione Conau (acronimo per 'Consorzio Nazionale Abiti e accessori Usati') e la sua omologa in Tunisia, Connect Gl Friperie, sulla raccolta e valorizzazione della frazione tessile dei rifiuti urbani. Alla firma del documento, sottoscritto dai presidenti delle due realtà, era presente Unido (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale).

L'intento dell'accordo è quello di rinsaldando il ponte tra i due paesi attraverso un potenziamento del riuso e del riciclo dell'abbigliamento usato, utile ad innescare una serie di benefici sul piano ambientale ed economico. I vantaggi possibili sono anche di natura occupazionale, come certificato dall'interesse di Unido verso un potenziamento nella gestione integrata della filiera specifica tra i sistemi italiano e tunisino di economia circolare.

Ogni anno in Italia, secondo gli ultimi dati diffusi da Conau, sono circa 150.000 le tonnellate di frazione tessile che non prendono la via della discarica o dell'inceneritore. Questo intervento di raccolta differenziata sostiene circa un migliaio di posti di lavoro, riferiti in prevalenza a piccole aziende. Non manca tuttavia una rappresentanza da parte del mondo delle cooperative sociali, dove trovano impiego un numero considerevole di soggetti appartenenti alle cosiddette 'categorie protette'.

I beni sono trattati solo in parte da aziende italiane. La quota residua prende la via di quei paesi in cui operano specialisti nella loro selezione e valorizzazione, tra cui, appunto, la Tunisia, dove sono attive oltre 50 realtà dedicate e dove vengono acquistate ogni anno circa 80.000 tonnellate di abbigliamento usato. Il settore della "friperie", senza contare l'indotto che lo alimenta (porti, trasporti, canali commerciali), offre occupazione diretta a più di 4.000 addetti. 

Forse non tutti che i materiali isolanti e fonoassorbenti utilizzati dall'industria automotive sono solo un esempio dei prodotti derivanti dal processo di riciclo (secondo gradino nella gerarchia europea della gestione rifiuti) della frazione tessile.

Andrea Fluttero, presidente di CONAU, ha commentato la firma del Protocollo d'Intesa con i colleghi della Tunisia, ricordando che "il nuovo pacchetto di Direttive europee sull’Economia Circolare prevede che entro il 2025 in tutti i Paesi europei si raccolga separatamente la frazione tessile dei rifiuti domestici. Questo obbligo aumenterà la quantità di abbigliamento usato raccolto in Europa e creerà nuove opportunità di lavoro ma anche problemi di collocazione dei maggiori quantitativi raccolti, in rapporto ai mercati di sbocco esistenti".