Riccione torna capitale del riciclo del vetro




Riccione è stata nominata, per il terzo anno consecutivo, la capitale del riciclo del vetro. Anche quest'anno, il 13 e 14 maggio al Palacongressi, nella città romagnola si sono incontrati tutti i protagonisti della filiera del vetro in Italia e in Europa, per l'appuntamento voluto da CoReVe, consorzio di recupero del vetro.

I principali attori nella filiera hanno fatto il punto sulle buone pratiche, i dati di raccolta, gli esempi virtuosi e le prospettive economiche di una efficace raccolta del vetro.
Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare & Wine Monitor di Nomisma e Alfredo Pratolongo, Presidente AssoBirra hanno contribuito a tracciare l’evoluzione del mercato del vino e della birra che influiscono fortemente sulla richiesta di bottiglie di vetro, insieme alle altre eccellenze dell’enogastronomia made in Italy, così come ha sottolineato Marco Pagani di  Federdistribuzione.
Roberto Saettone, Direttore Generale CoReVe ha sottolineato i risultati dei bandi Anci CoReVe 2023-2024. Grazie allo studio di Diego Pugliè, Responsabile Area Progettazione Monitoraggi REA è stato possibile, inoltre, determinare il quantitativo di vetro riciclabile nell'indifferenziato avviato in discarica: circa 335 tonnellate. Enzo Bianco, Componente Comitato di Coordinamento Anci-Conai ANCI ha illustrato il ruolo dei Comuni per il miglioramento della raccolta del vetro mentre Enrico Lastrico di ReVetro e Tiziana Merlino di Amiu Genova hanno potuto raccontare la best practice del comune di Genova  che ha visto migliorare la raccolta attraverso la comunicazione.

"Il miglioramento di quantità e qualità della raccolta – ha commentato Gianni Scotti, Presidente di CoReVepunta proprio alla riduzione della presenza di vetro avviato a discarica anziché al riciclo. Abbiamo assistito negli ultimi due anni a una impennata dei prezzi della Materia prima seconda passata da una media di 25 euro per tonnellata negli ultimi 10 anni a un picco di 190 euro per tonnellata nel 2023. Produrre con materia prima vergine è diventato quindi più economico e l’industria ha lasciato letteralmente a terra la materia prima seconda. Si è trattato di una fase- speculativa e di derivazione internazionale-fortunatamente superata, ma è servito osservare questa dinamica per capire l’importanza di una domanda: quanto siamo disposti a pagare per ridurre davvero il nostro impatto ambientale?".