Nuova vita per gli scarti della lavorazione del riso grazie a RiceHouseI prodotti della start-up sono utilizzati in cantieri in Italia e all'estero




RiceHouse è una start-up fondata nel 2016 dall'architetto Tiziana Monterisi che riutilizza gli scarti derivanti dalla lavorazione del riso, che altrimenti dovrebbero essere bruciati perché non destinabili all'allevamento. La materia prima indicata diventa 'ingrediente' per una serie di articoli rivolti al settore della bioedilizia: dagli intonaci ai massetti, ai pannelli di chiusura e rivestimento a secco, sino ad arrivare all'ecopittura. Tutti biocompostabili e biodegradabili perché di origine naturale (una volta dismessi, non producono quindi alcun impatto sull'ambiente). 

Leggerezza, proprietà termiche e traspiranti e assenza di formaldeide sono altri tratti distintivi della linea di prodotti di questa realtà commerciale 100 Made in Italy, pensati per l'impiego da parte sia di chi deve operare una ristrutturazione sia degli addetti a una nuova costruzione. 

L'ultima arrivata nell'ampia e completa linea di prodotti della start-up si chiama RISORSA ed è reduce da Klimahouse, la fiera di Bolzano dedicata alle soluzioni per il risparmio energetico nel campo dell'edilizia. L'inedito sistema costruttivo per involucro prefabbricato è caratterizzato da elevate prestazioni termiche e acustiche. La parete realizzata con RISORSA presenta proprietà fortemente traspiranti, di regolazione dell'umidità degli ambienti chiusi e di purificazione rispetto alle concentrazioni di inquinamenti, assorbiti dall'argilla utilizzata. Zero le sostanze nocive per la salute dell'uomo.  

RiceHouse ha compiuto molta strada dal primo prodotto lanciato sul mercato nel 2017, a un anno dalla sua creazione, ai 13 attuali. In questo lasso di tempo sono state 16 le case realizzate 'in toto' con i materiali della start-up, che nello stesso intervallo sono 'entrati' in 60 cantieri. Arrivata a festeggiare i suoi primi quattro anni di vita in compagnia di nuovi clienti, propone un portfolio progetti che annovera esempi di:

  • ricostruzione: vedasi Casa UD a Chamois, in provincia di Aosta, termoprotetta (isolata) e resa indipendente da un tradizionale impianto di riscaldamento grazie alla paglia di riso, anche quando in inverno la colonnina della temperatura scende a livelli molto bassi,
  • ristrutturazione/riqualificazione energetica: vedasi Casa NP a Sciolze, in provincia di Torino, dove gli interventi di isolamento e di finitura con intonaci biocompositi in calce di lolla hanno portato a minimizzare le dispersioni di calore e a sfruttare gli apporti solari passivi;  
  • edilizia per il terziario: vedasi Cavour98 a Montopoli, in provincia di Pisa, ancora da ultimare, che applica i principi di progettazione nZEB (nearly Zero Energy Buildings), sfruttando l'illuminazione naturale, l'apporto passivo del sole, i materiali a base di riso e i benefici legati alla presenza della vegetazione;
  • interventi internazionali: vedasi, ad esempio, Casa ZS ad Aurigeno, in Svizzera, dove il catalogo RiceHouse trova largo impiego sia a livello strutturale, sia per quanto attiene all'isolamento dei muri perimetrali in paglia di riso.   

Otto i premi che la start-up si è portata a casa solo nell'ultimo biennio. Parliamo, nel 2018, di CasaClima Startup Awards, Good Energy Award, Premio Sviluppo Sostenibile e ING Challenge, seguiti, l'anno successivo, da 'Best Smart City Vision' (Seeds&Chips Milano 2019); 'Percorso di mentoring' da Impact Hub tramite Premio Gaetano Marzotto, Premio Speciale Repower e Premio Innovability, Le Village. 

Finalista all'ultimo appuntamento con LeFonti Innovation Awards, RiceHouse ha conteso il successo finale ai Klimahouse Startup Awards 2018, nonché ai Terna Advanced Materials for sustainability, Bionike award e Premio Gamma Donna del 2019, anno in cui ha conquistato una menzione speciale in occasione del premio 'Verso un'economia circolare'. Nel 2020 è stata in lizza per la vittoria ai B-Heroes.