Korec brevetta un processo per il riciclo upcycling della vetroresina




Ricerca con R maiuscola se ne fa anche nel nostro Paese. Come nel caso di Korec che brevetta un processo per il riciclo upcycling della vetroresina. Un materiale a larga diffusione che è destinato in massima parte alla discarica

Un’opinione corrente relativa all’Italia recita che il punto debole dell’economia nazionale risieda nella mancanza di ricerca, di base ma soprattutto industriale. C’è moltissimo di vero, ma spesso l’opinione, che si dovrebbe basare su fatti, diventa una profezia che si auto avvera.
Se un’innovazione radicale è di origine italiana non può essere vera, quindi non vale la pena parlarne, e tantomeno finanziarla.
Nel nostro settore questo meccanismo ha colpito più di una volta. Citiamo solo due storie a lieto fine come le plastiche biobased di Novamont e, ancora più clamorosa, la vicenda di cui abbiamo parlato più volte, di Aquafil.

In via preventiva e quasi apotropaica assegniamo il Cestino d’Oro di questo mese a Korec, azienda italiana (con sede in provincia di Pisa e impianto pilota nei pressi di Livorno), che ha sviluppato (e brevettato in tutto il mondo) un processo per il riciclo upcycling delle vetroresine.
Ne abbiamo già accennato nel numero di febbraio dello scorso anno, parlando di un progetto europeo a cui Korec partecipa.
Le vetroresine, uno dei primi materiali compositi ad avere larga diffusione (basta citare la nautica da diporto e le pale delle turbine eoliche) sono molto difficili da riciclare a meno di rassegnarsi al downcycling (triturazione e inclusione in materiali da costruzione) o all’incenerimento (con rendimento bassissimo), o come forma di smaltimento più semplice, alla discarica (oggi il 90% dei prodotti finisce lì). Soluzione assai poco sostenibile, anche visti i volumi in gioco: 100.000 tonnellate l’anno solo in Italia.

Korec, brainchild di due ricercatori e consulenti di grande esperienza, Laura Saviano e Antonello Dimiccoli, ha messo a punto un procedimento di trattamento della vetroresina a pirolisi in atmosfera di anidride carbonica.Sottoposto a temperature e pressioni precise, il materiale si scinde nella due componenti base, la fibra di vetro, che viene totalmente recuperata, e la resina, che ritorna allo stato liquido originario per l’85% del peso.
La resina ha le stesse caratteristiche di quella vergine e può essere miscelata con questa, per ora sino al 20%.
I risultati di qualità sono lusinghieri (si misura con il numero di iodio, ossia la percentuale di legami insaturi che permettono la polimerizzazione), ma soprattutto il processo ha costi convenienti. Ora Korec sta per partire con uno stabilimento di produzione. In bocca al lupo, e intanto complimenti.