Un premio per il piano rifiuti del sindaco Gualtieri




Un po’ come il Nobel per la Pace a Obama prima che avesse fatto nulla, questo mese il nostro premio va al piano rifiuti del sindaco Gualtieri. Per la realizzazione di un termovalorizzatore e di una discarica di servizio, rispettivamente da 600.000 e 60.000 tonnellate all’anno

A capitale interamente pubblico, verrà (se preferite, sostituite il futuro con il condizionale) finanziata in parte con denari in uscita dal bilancio del Comune e in parte a debito. La tecnologia sarà la stessa o simile a quella del famoso impianto di Copenhagen, quindi sistema termico a caldaia e turbina a vapore per la produzione di elettricità in modalità cogenerazione con filtri catalitici, e alimenterà anche un impianto di teleriscaldamento e magari di teleraffrescamento. Sul tetto, improbabile la pista da sci, magari dei prosaici pannelli fotovoltaici. Dove si farà, ancora non è dato saperlo. Si vocifera nella zona di Santa Palomba, all’estremo sud dei confini comunali, dove era già stato fatta l’analisi per piazzare un centro TMB (Trattamento Maccanico Biologico).


La vera ragione
Il dato più interessante, attorno cui gira tutto, è però la scadenza di entrata in funzione. Entro l’inizio del 2025, Anno del Giubileo. Giusto, direte voi, mica si può lasciare la monnezza in giro per Roma in vista ai pellegrini (che poi ne aggiungeranno di loro). E infatti Gualtieri lo ha anche spiegato così.
Ma il vero motivo della scadenza ravvicinata (per gli standard italiani) è che il sindaco è il Commissario Straordinario per il Giubileo, e come tale detiene poteri, appunto, straordinari. Tipo passare sopra a tutta una serie di fasi burocratiche che sono le trappole formali in cui finiscono questi progetti in Italia. Quelle informali, che però sono nulla senza le prime, derivano da opposizioni politiche, comitati spintanei (ooops, spontanei), interventi dall’alto. Gualtieri, che per ora ha ancora capitale politico da spendere, confida di riuscire a portare avanti il progetto, superando (eufemismo) anche il piano rifiuti regionale del Lazio, che non prevede termovalorizzatori. Le elezioni regionali si avvicinano e non è detto che partiti e gruppi no-termovalorizzatori abbiano lo stesso successo della scorsa volta. L’impianto e relativa piccola discarica tra l’altro sono affiancati nelle intenzioni da biodigestori, impianti di preparazione e selezione della differenziata (qualcosa anche nel PNRR), quindi per la prima volta si tratta di un approccio integrato. Insomma, forse il nostro Cestino d’Ora sulla fiducia è più azzeccato del Nobel a Obama. Ma vedi anche quello che si dice nell’Editoriale di questo numero.