L’ecologia industriale nel recupero a “scarto zero”




È possibile ricavare risorse preziose dai rifiuti industriali e urbani? Alla nostra domanda ha risposto Marco Turri, direttore marketing di Geocycle Italia. Stiamo parlando della piattaforma operativa insediata a Tradate, in provincia di Varese e legata strettamente alla cementeria Holcim di Ternate. L’obiettivo è minimizzare e riqualificare i rifiuti e contribuire a creare benefici tangibili attraverso soluzioni sicure e metodi sostenibili. Turri ci racconta nello specifico come nasce l’azienda e come avviene il recupero dei materiali.

Ingegnere, vogliamo delineare, prima di tutto, un profilo storico di Geocycle Italia?

In questa sede di Tradate (VA) nella quale Geocycle Italia è tuttora insediata, si svolgeva, alla fine degli anni Novanta, l’attività di Eurofuels, un’impresa acquisita allora da Holcim per dare corpo all’esperienza interna di ricerca nel settore dei combustibili e delle materie prime alternative.
In quel periodo la decisione strategica di Holcim fu quella di diventare player nel mercato del recupero, concentrandosi innanzitutto sul flusso dei solventi esausti.
Nel 2015 Eurofuels si è trasformata definitivamente in Geocycle, sposando il brand di un Gruppo presente a livello globale. Con l’aumento delle quantità di rifiuti prodotti nel mondo, è diventato sempre più importante identificare soluzioni sostenibili per la loro corretta gestione.
La valorizzazione dei rifiuti nei forni per la produzione di cemento è una delle soluzioni più adeguate a questo scopo perchè consente di preservare le materie prime con la garanzia importante di una completa distruzione dei rifiuti grazie alle peculiarità del processo del cemento.
La filosofia zero rifiuti possiamo considerarla anche un manifesto di intenti per la mission che si propone oggi Geocycle Italia.

Come funziona il recupero?
Innanzitutto, va fatta una precisazione doverosa sull’evoluzione attuale dei nostri processi.
Oggi nel cementificio italiano del gruppo Holcim recuperiamo vari materiali, tra cui residui fondamentali come le scaglie di laminazione che impieghiamo per apportare ferro alla materia prima. Quindi, il percorso intrapreso con il recupero energetico dei solventi si è sviluppato negli anni, si è esteso e ha portato a una percentuale di sostituzione termica, nel forno da cemento di Ternate, prossimo ai lavori virtuosi raggiunti dai cementifici del Nord Europa- utilizzando, ad esempio, i fanghi residui ricavati dalla depurazione delle acque.

Quest’ultimo aspetto è di notevole interesse. Qual è la proveniente di questi fanghi?
La gestione virtuosa dei fanghi essiccati è successiva alla depurazione delle acque reflue urbane effettuata negli impianti del Nord Italia. I fanghi, come dicevamo, vengono utilizzati, poi, nelle nostre cementerie.
Quello che vogliamo ribadire è che il servizio offerto da Geocycle ai propri clienti, per una gestione virtuosa e sostenibile dei loro rifiuti, è sempre svolto in rapporto sinergico con l'impianto Holcim di Ternate. Nel nostro cementificio gestiamo, quindi, vari flussi di materiali alternativi.

Riassumendo: abbiamo il flusso che deriva dal trattamento dei solventi, poi abbiamo il ciclo dei CSS, quello dei fanghi da depurazione e infine il flusso di recupero dei pneumatici triturati.
Nello svolgimento della propria attività, Geocycle Italia si confronta spesso con le realtà di recupero legate ai nostri cementifici all’estero, per osservare e analizzare il riutilizzo di materiali diversi.
In Svizzera, ad esempio, l’eccellenza del recupero nei cementifici del Gruppo di applica ai terreni ricavati dalle operazioni di bonifica.

 

Leggi l'intervista completa sul numero Gennaio Marzo 2018 di Waste