Il processo CatC




Il riciclo chimico della plastica è sempre più sotto i riflettori.E la sua depolimerizzazione parla italiano

Anche questa edizione del premio va ad una tecnologia appartenente alla categoria di cui sopra, e precisamente al processo CatC dell’abruzzese Biorenova. Il CatC opera in continuo e si basa sulla depolimerizzazione catalitica di plastica differenziata (ossia tutta dello stesso tipo).
La componente cruciale è costituita dalla composizione del catalizzatore, che naturalmente è protetta da brevetto. La tecnologia in sé era nata come waste-to-fuel per produrre, a partire da plastica indifferenziata, idrocarburi distillabili. Poi però l’azienda ha reindirizzato i propri sforzi sulla depolimerizzazione mirata.
Nel processo applicato al plexiglass (polimetacrilato di metile – PMMA), notoriamente una delle plastiche più ostiche al riciclo, i tecnici hanno raggiunto un’efficienza di produzione di metacrilato di metile (MMA) pari a circa il 95% del peso del materiale in ingresso, con un’elevata qualità. Oggi l’azienda gestisce già una linea sperimentale da 5 tonnellate/giorno di rifiuti plastici in ingresso preso la propria sede di Montorio al Vomano, nel teramano.

Si guarda avanti
A scala sperimentale il processo è stato applicato anche al trattamento del polistirene, per ottenere stirene, e questo apre la strada ad utilizzi ancora più vasti, per esempio al polipropilene (PP) e polietilene (PE) per ottenere rispettivamente propilene ed etilene, che sono le olefine più semplici, gli alcheni. Questi ultimi vengono prodotti normalmente come sottoprodotto della raffinazione del petrolio o con un processo petrolchimico. Etilene e propilene sono altamente reattivi, per cui entrano nella produzione di una miriade di sostanze e della plastica.
Proprio gli alcheni ad alta purezza sono il settore che ha probabilmente attirato Maire-Tecnimont, attraverso la sua controllata NextChem, ad acquisire la licenza della tecnologia ed a costituire una joint venture (51% NextChem – 49% Biorenova) per industrializzare prima il processo applicato al plexiglass, per poi passare al polistirene e infine alle olefine. L’impianto per il PMMA, che Biorenova aveva già portato avanti a livello autorizzativo, entrerà in funzione nel 2025. Un bel risultato per una start-up di 5 anni.