La sostenibilità (e non solo) come driver…e ancora: rifiuti tessili, a quando la differenziata?




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La sostenibilità (e non solo) come driver…
Non è di certo una novità, ma una buona pratica. E nel settore delle nuove tecnologie in tanti stanno già applicando. Alla faccia dell’obsolescenza programmata! Con qualcuno che, con un nuovo paradigma, elabora facendo sì che lo scenario futuro dell’Hi-Tech sia caratterizzato da nuove principali tendenze;
di fatto legate senza dubbio a sostenibilità e circular economy. Chi acquista prodotti tecnologici infatti esige sempre di più che rispettino l’ambiente, e che per questo vengono progettati con una fine in mente, ossia con un ciclo di vita del prodotto per poterlo riusare e far tornare in circolo le materie prime.
I devices devono essere riparabili e standardizzati: un'altra modalità per riutilizzarne delle parti o materiali, ed allungare la vita dei prodotti stessi. Un esempio già realtà di questi trend, è il nuovo notebook Acer Aspire Vero, progettato per essere facilmente disassemblabile, agevolando le eventuali operazioni di riciclo, e favorendone la riparazione e sostituzione. impiegata anche per la cornice dello schermo, il piano di lavoro e la tastiera.
Ma attenzione: affinchè la buona pratica funzioni, i RAEE devono adeguarsi e implementarsi a livello locale.Dai dai dai, alla via così!


Rifiuti tessili, a quando la differenziata?
Come è noto dal primo gennaio 2022 è entrato in vigore l’obbligo - attraverso il D.L 116/2020 - di raccogliere i rifiuti tessili con modalità differenziata. In anticipo di tre anni rispetto alle direttive dell’UE che fanno riferimento al “Pacchetto di direttive sull’economia circolare” del 2018. Ciò comporta che entro il 2025 il numero delle discariche venga ridotto, e siano fissati obiettivi vincolanti per il riciclo dei rifiuti. Bene ma non benissimo. Infatti gli operatori del settore hanno manifestato diverse perplessità in quanto non tutti i meccanismi di raccolta e riciclo sono “oliati” e correttamente dimensionati. Intanto, i Comuni non ancora pronti, si dovranno organizzare per avviare un sistema di raccolta del tessile. A tal proposito l’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) chiederà che tale obbligo venga posticipato di almeno un anno, additando come motivazione la poca chiarezza della normativa e il fatto che mancherebbero le linee guida del Mite. Con un bell’emendamento (già approvato) al Di Milleproroghe. Non critichiamo la lodevolissima iniziativa/pensata: ma poi… chi pagherà?
Siamo alle solite: poche idee ma confuse!